Ma tu cosa ci faresti con 10 milioni di euro? Seriamente.
No, perché poi sembra che siamo tutti grandi imprenditori e abbiamo tutti la bacchetta magica, e invece non ce l’abbiamo. Solo che quando poi leggiamo che Gazzetta Tv forse chiude (più si che no) e che è costata 10 milioni di euro, un moto di rabbia ci viene, è inevitabile.
Allora: io non lo so, così su due piedi, cosa ci farei. Ma ho qualche idea su come imposterei una strategia video online, per dire, sulle tempistiche entro le quali mi aspetterei di ottenere risultati, sul fatto che vorrei fare dei test e delle prove e degli investimenti commisurati alle aspettative. Sul fatto che non penso che investirei mai 10 milioni di euro in un progetto di una tv sul web e sul fatto che non sono per nulla sicuro che quel mantra del “futuro” che sarà “video” sia per forza di cose corretto. Il video serve se quel che fai ha a che fare con il video o può essere declinato utilizzando il video come strumento di comunicazione. Ma non è mica detto che la cosa sia azzeccata per qualsiasi progetto.
10 milioni di euro, francamente, non so nemmeno immaginarli. Non so neppure se li vorrei, per un mio progetto: avrei paura di farmi prendere la mano, di investire a caso, di usarli per qualcosa di mastodontico e di buttarli e poi di chiuderlo dopo 10 mesi. Solo che se toccasse a me, fallirei, così su due piedi, senza dubbio. Se tocca a un grande player, invece che succede?
Con Gazzetta Tv è successo più o meno questo: investo tantissimo, non funziona, vado verso la chiusura. Come scrive Alessandro Oliva su Linkiesta:
«L’esperimento, evidentemente, non ha funzionato: a fronte della spesa, ne sono stati raccolti circa la metà in pubblicità, per uno share che si è abbbassato fino allo 0,18%».
Siccome, poi, questi esperimenti fatalmente hanno a che fare con le persone, i giornalisti scioperano. Che altro possono fare?
Poi, magari un grande player, oggi, non può che fare scelte che puntino tutto sul volume e sul tutto e subito. Ma allora, se fosse davvero così, non faremo che assistere a progetti che imploderanno, naufragando sommersi dalla mole di investimenti spropositati. Se fosse davvero così, questo vorrebbe dire che in questa crisi – con il giornalismo che non morirà mai – i grandi player si dimostrano incapaci di progettualità a medio termine, sostenibile. Siccome non può essere così, allora bisognerebbe solo ammettere che è il vecchio modello – quello che tutela le rendite di posizione – a non essere più sostenibile. Siccome, poi, i grandi player non sembrano aver la cosa a cuore, è il momento dei progetti personali e dei piani “B”. Potrebbe bastare molto meno di 10 milioni di euro e magari, là fuori, ci sarà qualcuno disposto ad ascoltare idee e proposte con fattori di rischio un po’ più contenuti.
Non è che non si possa sbagliare. Ma bisognerebbe provare a essere sostenibili anche nell’errore.
Che ne dici? Poi, tu cosa ci faresti con 10 milioni di euro?
[Leggi anche: Italia oggi, Claudio Plazzotta]
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