Il 21 aprile di Google e Facebook

21 aprile 2015, una data che in molti si erano segnati da tempo sul web.
Google aveva annunciato da tempo la modifica dell’algoritmo per premiare i siti “mobile friendly”, ovvero ottimizzati anche per la connesione in mobilità.
Ci si è messo anche Facebook che – opportunamente, dal suo punto di vista – ha pensato bene di riequilibrare, lo stesso giorno, il rapporto, nel flusso delle notizie di ciascun utente, fra aggiornamenti provenienti da profili privati e aggiornamenti provenienti da pagine. Il che avrà senz’altro fatto drizzare le antenne a chi di pagine si occupa soprattutto per veicolare traffico sui propri siti. A pensar male, verrebbe da chiedersi se la mossa non sia stata pensata per intercettare le preoccupazioni per il cambio algoritmico di Google e per incentivare ancora di più il pagamento per promuovere i propri contenuti sul social network.

Le due modifiche, i cui impatti come al solito si potranno valutare nel tempo, andavano perlomeno annotate. Ciò detto, vale sempre il solito discorso: Facebook e Google apporteranno sempre “modifiche” secondo le loro logiche di aziende private. Inutile provare a inseguirli. Bisogna anticipare. Come? Da queste parti lo si ripete anche troppo spesso: prendendosi cura dei propri utenti, tenendoseli stretti.

Come al solito.

[Da leggere:
​1 Day After Mobilegeddon: How Far Did the Sky Fall?, di Peter J. Meyers su Moz.com
How Google’s Evolution is Forcing Marketers to Invest in Loyal Audiences – Whiteboard Friday, di Rand Fishkin su Moz.com (nota importante a scanso di equivoci dovuti a letture frettolose: quest’ultimo pezzo non significa che la SEO sia morta, ma allarga il discorso)]

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