Un border collie è per sempre
Indice dei contenuti
- Un border collie è per sempre
- Un border collie è impegnativo e dà soddisfazioni
- Border collie in appartamento
- Il carattere del border collie
- I difetti del border collie
- Il border collie e i bambini
- I border collie in vacanza
- Il Border collie e il caldo
- I border collie devono “lavorare”
- L’addestramento del border collie (e di Lucky)
- Il mio border salta addosso alle persone
- Addestramento del border collie: accessori e strumenti
- Border collie, l’addestramento a casa
- Border collie e il gioco
- Border collie e vita quotidiana
- Assicurazione per cani, anche per il border collie?
- Libri sui border collie
Il Border collie è un cane che ho sempre desiderato avere. Sono convinto, essendo cresciuto con animali, che avere un animale sia un’esperienza indimenticabile per tutta la famiglia, purché si sia consapevoli di tutta una serie di cose che non si possono trascurare. Mia moglie ed io ci siamo decisi ad avere un cane quando si sono manifestate alcune condizioni che, per puro caso, ci hanno consentito di avere uno spazio aperto dove tenerlo, farlo correre e giocare.
Scartata immediatamente l’idea di comprarlo, ci siamo rivolti a un’associazione, la Border Collie Rescue Italia per l’adozione di un border collie. Sapevo che è un cane impegnativo (mia moglie ne era meno consapevole), per aver conosciuto il border in azione all’allevamento Dei Fieschi, ma non avevo realmente idea di cosa avrei dovuto aspettarmi. Avevo avuto, fino a quel momento, tre cani, sempre tenuti nella casa di famiglia di mio nonno, in Val di Susa: due pastori tedeschi, Barone e Milady, e poi una femmina di lupo italiano, Lady. Tutti e tre adottati, tutti e tre con storie diverse: il primo, da una cucciolata di un cane di parenti. La seconda nata da una coppia di cani da guardia, la terza presa in un canile di Torino. Tre esperienze splendide e diverse fra loro, che ho vissuto meno da “padrone” perché il vero capobranco era mio nonno: era lui l’autorità riconosciuta da tutti e tre gli animali, e non si poteva dar loro torto. Perché il cane ha bisogno di un capobranco, non solo di coccole e di un ambiente piacevole in cui crescere, vivere, invecchiare.
Insomma, volevamo un border collie. Ne eravamo convinti.
E ad un certo punto è arrivato lui, Lucky. Cucciolo di border nato a novembre del 2013, trovato in strada, ci hanno detto, con padre e fratello. Lucky è arrivato a maggio: si è affezionato subito a mia moglie (ero fuori per qualche giorno, quando è arrivato a casa) e sembrava molto tranquillo nei suoi primissimi giorni con noi. Troppo tranquillo, per essere un cucciolo. Ma era solamente spaesato: lo avremmo imparato presto.
E siccome, giorno per giorno, stiamo imparando un sacco di cose su di lui e sui border, ho pensato di aprire questo spazio a una tematica “altra”, che non ha molto a che vedere con il resto dei miei interessi e di aggiornarlo periodicamente. Magari potrà servire anche ad altri, chissà: mi piacerebbe raccogliere qui, oltre alla nostra esperienza, commenti di altri proprietari di border collie e avere un confronto costruttivo sul tema.
Lucky, il nostro border, è nato a novembre 2013 ed è con noi da maggio 2014. Da allora, abbiamo imparato molto da lui e lui ha imparato un po’ da noi.
Un border collie è impegnativo e dà soddisfazioni
Lo scrivo a scanso di equivoci. Non per scoraggiare chiunque voglia prendere con sé un cane di questa splendida razza, ma perché è la verità: un border collie è impegnativo.
Allargando il concetto, bisognerebbe dire che qualsiasi animale è impegnativo, certo. Perché se si fa questa scelta di vita è importante farla facendo vivere bene l’animale e facendo vivere bene la famiglia di cui questi entra a far parte. Se no, qualcosa non funziona.
Ecco, il punto è che con un border collie il lavoro che c’è da fare si amplia notevolmente.
Certo, poi si viene ampiamente ripagati dalle soddisfazioni, ma è bene essere preparati. Se le persone non sono preparate, è più probabile che, dopo un’adozione, riportino l’animale dove l’hanno preso o peggio. Inutile non essere sinceri e chiari per chissà quale paura.
Noi abbiamo deciso che Lucky rimarrà con noi anche se è un cane “difficile”, non solo perché border, ma anche perché le sue esperienze da cucciolo, probabilmente, lo hanno segnato parecchio. Cresceremo con lui, imparando.
È quello che ci siamo detti, ed è quello che sta succedendo, in effetti.
Border collie in appartamento
E’ una buona idea, tenere un border collie in appartamento? La risposta – mia, personalissima – è: non molto. Nel senso che questi cani hanno una spiccata predisposizione per il “lavoro”, nascono pastori, non cani da salotto. Una delle condizioni che si è verificata è che la mia famiglia ha, da poco tempo, un piccolissimo giardinetto a disposizione dove far sfogare il nostro cane: ecco perché abbiamo deciso di compilare il modulo per cercare un border in adozione. Ed ecco perché abbiamo accolto Lucky con piacere – anche se in un momento di grande cambiamento per noi. Ci aspettavamo che i tempi ci avrebbero portato ad avere il nostro border a settembre, è arrivato a maggio.
Ecco cosa ho imparato della sua vita in casa. Se non volete che il vostro border si prenda il diritto di entrare in certe stanze, non fatelo entrare da subito. Se lo abituerete a stare in una o più stanze del vostro appartamento, poi diventerà molto difficile impedirgli di entrare senza che lui viva la cosa come una punizione. Lucky è “padrone” di sala e cucina, a casa nostra. Non più del divano (dopo che ne ha distrutto una parte, si veda il capitolo sulla mordacità del border). E va bene così: se mia moglie pensava che l’avremmo ad un certo punto tenuto fuori, ha dovuto ricredersi. Altrove (ad esempio, a casa di mia madre) sta volentieri fuori perché è stato abituato a non entrare in casa. Semplice? No. Ci vuole tenacia e costanza e idee chiare fin dal principio.
Ovviamente, questo non significa che sia facile gestire il border in appartamento: bisogna essere pronti a portarlo fuori, a fargli fare attività, a farlo giocare. In questo, avere un giardino è una “salvezza”. Perché, inutile nascondersi dietro a un dito, avere un cucciolo di border collie è come avere un bambino. E siccome i santi non esistono, si può anche perdere la pazienza e avere bisogno di un po’ di decompressione dal cane. È una cosa di cui sono fortemente convinto: inutile fingere di essere supereroi e di non provare nessun moto di disperazione se ti distrugge una scarpa a cui tenevi – magari l’unico paio che usi per fare un po’ di tutto in libertà – o se si mangia la tua cena o se la fa sul pavimento o se rosicchia lo stipite di una porta del padrone di casa. È normale sentirsi frustrati, soprattutto quando non si riesce a farsi ascoltare dal piccolo appena giunto.
Ed è altrettanto normale che lui non si voglia far sottomettere, perché il border è un cane indipendente, che prende decisioni in maniera autonoma, che deve trovare il suo posto nella gerarchia familiare.
Non solo: Lucky ci ha chiaramente fatto capire che ha bisogno di uscire a sfogarsi. Attenzione, non solo nel piccolo giardino di casa. Ha bisogno di passeggiare e fare esperienze – e questo può essere complicato in alcuni casi, visto che fin da quando è con noi ha paura delle biciclette, delle macchine e delle persone – e ha bisogno di correre e di sfogarsi. Ragion per cui è nostra cura portarlo fuori in un prato, dove può fare quel che vuole.
Border collie: uscite all’aperto
È chiaro che se si è in città è tutto molto più complicato – non so se consiglierei mai un cane, figurarsi un border collie, a un cittadino. Ma è una questione di punti di vista naturalmente, e di organizzazione –, ma vivendo in campagna è proprio una buona idea lasciare il nostro border a godersi l’aperta campagna.
Nel prato, Lucky ha cominciato ad essere a suo agio, vincendo le sue paure.
Come si capisce se il cane è a proprio agio? Semplice: si rotola. Fa i suoi bisogni, annusa, si scarica, si rilassa, corre e si diverte. Non è difficile da capire, a pensarci bene.
Come fare se non si ha pieno controllo del border collie? È il nostro caso: non possiamo ancora lasciarlo libero, anche se in aperta campagna, perché non sempre risponde al comando “vieni”. Questo significa che bisogna premunirsi. Un suggerimento che ci è stato dato da entrambi gli educatori cui ci siamo rivolti è stato quello di utilizzare una corda (anche detta lunghina) come guinzaglio. Ne abbiamo presa una da 20 metri, ad un capo abbiamo legato e messo in sicurezza un moschettone e abbiamo affrontato l’impresa. Con successo: con un po’ di dimestichezza e di attenzione si riesce a evitare che il cane si impigli e si arrotoli nella medesima, e al tempo stesso si riesce a farlo sfogare pur non avendo pieno controllo su di lui.
Il carattere del border collie
Che carattere ha un border collie? Una delle prime cose che ho imparato con Lucky è che ogni cane ha un carattere a sé. Quindi, quel che scrivo qui non ha alcuna pretesa di essere valido in genere, ma è semplicemente frutto della nostra esperienza personale.
Lucky è un cane molto intelligente. Ha imparato prestissimo i comandi “seduto” e “terra”, si fa capire, ha imparato a non sporcare in casa velocemente (e se proprio non riesce a tenerla, sa dove farla).
È impertinente quando non ottiene quel che vuole, iperattivo: ha voglia di giocare, ha bisogno di correre e di saltare. Ti sfida e ti porta rancore – non è un’iperbole: chiunque abbia un border collie si accorgerà di questa spiccata tendenza del tenero cucciolo a “fartela pagare” se gli fai qualcosa che non gli piace. Non stiamo parlando di maltrattarlo, eh. Stiamo parlando, che so, di impedirgli di farti a pezzi le tende della cucina.
Ha bisogno di “fare cose”. È un cane che ha da fare.
Sa essere molto affettuoso. A volte troppo affettuoso.
Ha un istinto da pastore fortissimo e tende a raggruppare le sue “pecore” (in un primo periodo della sua vita in famiglia, vedeva mia moglie e mia figlia come “pecore” da riunire e tentava di ricondurle all’ordine se per caso si separavano).
Quando vuole giocare, se non capito, fa di tutto per attirare l’attenzione. Dopo poco è facile capire quando vuole giocare, anche se non si ha dimestichezza con i cani: la posizione è quella classica, che si vede parzialmente nella foto: zampe anteriori in avanti, muso a terra, sguardo verso l’alto, posteriore e coda verso l’alto.
I difetti del border collie
È difficile generalizzare, ovviamente. I difetti di Lucky potrebbero essere diversi dai difetti di un altro border collie. Per questo continuo anche qui a parlare della mia esperienza personale. Anche perché i difetti sono strettamente legati al carattere del cane, non sono uguali per tutti.
Lucky è un pauroso, ormai lo sappiamo e sappiamo che difficilmente questa sua paura migliorerà fino a sparire del tutto. La paura fa sì che possa sembrare aggressivo, che abbai per difendere la sua posizione di sicurezza, che tenda a scappare se qualcuno si avvicini troppo.
Non morde, non si azzuffa con altri cani a meno che non si senta in una posizione di svantaggio (ad esempio, lui al guinzaglio e l’altro cane libero) o a meno che non venga disturbato.
I border collie mordono da cuccioli?
Il tuo border collie morde? Morde tutto? Rosicchia? Ebbene sì, anche il mio. I border collie possono essere mordaci. Mordono gli oggetti. E possono anche “distruggere” un’intera stanza, se li lasciate da soli. Mordono i divani, i cuscini, le sedie. Cercano di afferrare quel che possono. Mordono gli stipiti delle porte se vogliono entrare da qualche parte. Bisogna che ci facciate pace da subito. È possibile che lo facciano anche per attirare la vostra attenzione o per frustrazione e noia.
Noi abbiamo risolto questa tendenza a mordicchiare in maniera abbastanza definitiva, sostituendo l’attenzione del cucciolo e reindirizzandola verso oggetti che può mordere. Tipo una bella treccia o qualcosa del genere. Dopo i primi tempi e un cuscino di divano distrutto, Lucky gestisce tranquillamente il proprio “istinto” e dorme in casa senza più attentare al mobilio.
Lucky tendeva anche a mordicchiare – senza alcun intento di far male, sia chiaro – se vuole attirare l’attenzione o se vuole giocare. In quel caso, l’operazione che abbiamo seguito per farlo smettere è molto semplice e comincia a dare i suoi frutti: si arretra, impedendogli di avvicinarsi, e non lo si considera. Infatti, rimproverarlo non farebbe che confermare il fatto che con quell’atteggiamento resce a ottenere le attenzioni che chiede. Può mordicchiare anche per rimettere al proprio posto chi considera sue proprietà (ecco perché è bene chiarire da subito qual è il suo rapporto con i bambini, per esempio, e fargli capire che non sono “suoi”).
Con il passare del tempo, correggendolo progressivamente, con fermezza, questa sua tendenza è lentamente passata.
Il border collie e i bambini
A proposito di bambini, noi abbiamo due figli (la più grande, Gaia, è l’autrice di questo disegno). Quando Lucky è arrivato, Gaia era nata da quasi un anno. Come dicevo, all’inizio Lucky la considerava un po’ come se fosse di sua proprietà. Ma con il tempo ha imparato a rispettarla e ora giocano in maniera molto buffa, facendosi i dispetti a vicenda (lui le dà il tormento quando lei fa merenda. Lei lo vorrebbe al suo servizio) e sono molto teneri da vedere insieme. Con il secondogenito, invece, è stato tutto diverso, perché Lucky era già con noi da due anni e quindi avrebbe potuto interpretarlo come un intruso. Anche se secondo molti non serve a niente, abbiamo dato a Lucky da annusare un piccolo body del nuovo arrivato. Il giorno in cui lo abbiamo portato a casa, abbiamo fatto in modo che Lucky ci si avvicinasse piano. Siamo stati attenti ma non ansiosi. Lui ha annusato la culla, poi se ne è disinteressato. Dopo nove mesi, Lucky è diventato molto tenero anche con mio figlio (forse, ma può essere solo una sensazione). Forse perché lo ha visto crescere? Non so dirlo e non so dire se è una mia proiezione.
Quel che è certo, comunque, è che evitiamo di lasciarlo solo coi bimbi, per precauzione, anche se siamo certi che non farebbe mai nulla per far loro del male. Esuberante com’è, però, potrebbe farli cadere senza volerlo.
Il tuo border collie ha paura?
Il mio sì. Ha paura degli esseri umani, dei rumori che non conosce, delle biciclette, di chi si muove in maniera improvvisa e di chi, in generale, non conosce. Ecco perché abbiamo deciso di affidarci a un educatore – non ci piace il termine “addestratore”. Quello che facciamo con Lucky non è un addestramento, ma è un’educazione.
La teoria che abbiamo su di lui è che abbia fatto poca esperienza del mondo – non sappiamo dire se chi l’ha abbandonato l’abbia anche maltrattato o meno – e che quindi abbia la necessità di “lavorare” molto per conoscere e per capire che non tutti hanno cattive intenzioni e che il mondo, là fuori, non è fatto per fargli del male.
Il punto è che un border collie – un cane in generale – che ha paura, può anche mordere le persone con intento ben diverso dal morso per gioco. Ecco perché stiamo lavorando con un educatore per togliergli le sue paure e per renderlo più sicuro di sé.
Se si trova in uno spazio che conosce bene, è tranquillo, giocherellone, in cerca di coccole. Se si trova invece in spazi aperti nuovi (o anche in percorsi che conosce ma circondato da troppi sconosciuti) si spaventa molto facilmente: coda fra le gambe, tentativi di togliersi la pettorina, scarti in mezzo alla strada: la sua paura può diventare pericolosa per lui. Ecco perché l’educazione e il lavoro che facciamo per lui, per ora, non è quello di fargli fare attività fisica ma di fargli acquisire sicurezza. In un secondo momento lo porteremo anche nel campo.
I border collie sono territoriali?
Lucky lo è. Tende a difendere gli spazi e le persone che sente “suoi”.
Se, in un posto nuovo, lo si abitua a non stare in certe stanze, non tenta di entrarci. Se invece si prova a impedirgli di entrare in stanze che gli sono state concesse in precedenza, allora farà di tutto per ottenere il diritto a entrarci nuovamente.
Il punto è che la territorialità, mescolata alle sue paure, fa sì che se ritiene un posto di “sua proprietà”, poi tenda a difenderlo. Capita anche al tavolino del bar dove vado spesso a lavorare. In quel caso, il nostro lavoro con e senza l’educatore funziona così: cerchiamo di creargli un’atmosfera piacevole, di premiarlo molto se sta tranquillo, di fargli acquisire sicurezza, appunto. Poi si cerca di fargli generalizzare il comportamento. Se un border ha fatto poca esperienza, come Lucky, può essere un lavoro piuttosto lungo.
I border collie in vacanza
Vale per i border collie, e per il nostro Luckyy (ma vale, più in generale, per tutti gli animali). Per quanto possa sembrare banale, il consiglio è sensato: ricordatevi che, se andate in vacanza, dovete anche pensare al vostro border collie. Non solo per il viaggio – per dire, io non lo porterei mai in aereo – ma anche per il soggiorno: avrà bisogno di un posto dove potersi sfogare, dove poter “lavorare”, dove socializzare e dove essere a proprio agio. Quest’anno, con tutte le sue paure e con vicini poco comprensivi – anche quelli fanno la loro parte, purtroppo –, dopo un tentativo impegnativo, abbiamo dovuto lasciare Lucky in campagna da mia madre: lì si è trovato benissimo, libero di scorazzare e con uno spazio a completa disposizione.
Qualche giorno di pensione quando anche lei si è fatta le sue vacanze è stato necessario. Ci siamo informati bene da parenti e amici che hanno avuto esperienze analoghe e alla fine la nostra scelta è ricaduta sull’Allevamento della Gorena. L’approccio che hanno avuto con Lucky, per me, è perfetto. Prima del periodo in cui lo hanno ospitato, hanno voluto che il nostro border rimanesse con loro per una giornata. L’approccio non è stato dei migliori, per lui, spaventato com’è da ciò che non conosce. Ma a sera, tornati a prenderlo, era con la coda bella dritta e a suo agio. Averlo ospitato per un giorno è servito sia a lui sia a me per valutare la serietà del posto. La settimana che ha fatto lì è stata buona, e il fatto che si potesse telefonare regolarmente per avere informazioni sulla situazione non ha fatto che aumentare la mia fiducia nell’allevamento.
Il gestore dell’allevamento è concorde su una cosa in particolare: Lucky ha bisogno di fare cose. Di essere impegnato con la testa. Ed è un bravissimo cane. Il che è consolante, come potrete immaginare.
Il border collie dopo le vacanze
Obiettivamente, non ero pronto al recupero di Lucky dopo le prime vacanze forzatamente separati (si veda sopra). Ero contento di andarlo a prendere e di riaverlo fra noi ma non mi aspettavo che accadesse quel che è successo. Quando Beppe, il gestore della “pensione”, è arrivato con Lucky al guinzaglio – il cucciolo era cresciuto parecchio, coda alta, al passo, a suo agio – il mio border collie è arretrato e non mi ha guardato, quasi scappando.
Mi portava rancore? Era spaventato? Associava la mia presenza al fatto che mi ero in qualche modo “sbarazzato” di lui lasciandolo per un po’ in altre mani? Forse tutte queste cose insieme? Chissà. Fatto sta che dopo un po’, ma solo dopo un po’, mi ha permesso di avvicinarlo e di accarezzarlo. Diffidente, è salito in macchina. Mezz’ora dopo, più o meno, giocava e mi scodinzolava come al solito.
Altre volte abbiamo imparato a lasciarlo in “pensione” (sempre da persone di cui ci fidiamo). La cosa gli sta servendo anche per imparare a socializzare con gli altri cani.
Il Border collie e il caldo
A proposito di vacanze, Lucky, come tutti i border, soffre il caldo. Nell’estate umida e bollente del 2015, lo trovavamo spesso sul pavimento di casa ad ansimare, con la lingua sul pavimento.
Abbiamo imparato che una soluzione è quella delle docce. Ebbene sì, una bella doccia in giardino – ma doccia seria: il pelo del nostro border deve grondare – lo aiuta ad abbassare la temperatura corporea. Dopo la prima resistenza all’acqua, Lucky ha evidentemente avvertito il beneficio e da allora si è goduto le sue docce estive con piacere e senza protestare troppo.
L’unica cosa che non sopporta è l’acqua sulla testa. Abituarlo alla doccia aiuta anche quando il nostro border lasciato libero di scorazzare in campagna (attenzione: è una cosa da fare solo quando si ha pieno controllo del cane e comunque verificando che non ci siano altri animali che non si conoscono nelle vicinanze) decide di fare quella cosa disgustosa che sembra piacere tanto ai cani (almeno, a certi cani): rotolarsi negli escrementi altrui.
Border collie dominante
Una delle caratteristiche che può avere il carattere di un border collie è la dominanza.
In questi casi, il cane potrebbe non riconoscere l’autorità del capofamiglia come se fosse il suo capobranco, con conseguenze poco piacevoli.
Come ci si accorge se il proprio border è dominante? Semplice: tenderà a fare ciò che vuole, senza mostrarvi alcun rispetto. Il che si può tradurre anche in situazioni poco piacevoli.
Come si lavora su questo aspetto poco gradevole del carattere? Bisogna insegnare al cane chi “comanda”. E lo so che in molti avranno di che obiettare. Ma quando un cane è “difficile”, non si può non esercitare la propria autorità.
Nel caso di Lucky, poi, le sue insicurezze si affievoliscono (sempre molto lentamente, beninteso) con il passare del tempo, quando vede chiarirsi il suo ruolo all’interno del nostro “branco”, perché il vivere il sottoscritto come capobranco lo aiuta a sentirsi più protetto. Certo è che è difficile: lo vediamo nella quotidianità e anche nell’addestramento.
Lucky, quando vuole, risponde ai comandi con velocità ed entusiasmo. Quando non vuole fa il pigro e ci sfida, palesemente. Così, gli stiamo insegnando a rispettarci e a fidarsi allo stesso tempo: le due cose vanno di pari passo, e non è affatto facile.
Ad esempio, prima di uscire si deve mettere seduto e deve aspettare che esca chi di noi lo sta portando fuori. Non è solo una questione di comando, beninteso: come detto, è anche un modo per dire al cane “ehi, tranquillo, sono io quello che controlla la situazione. Esco prima io perché so cosa faccio e tu ti devi fidare di me”.
I border collie devono “lavorare”
Se avete preso un border, non aspettatevi di poterlo gestire come un cane qualsiasi. Lucky, come tutti i border, ha bisogno di “lavorare” e di essere impegnato soprattutto mentalmente.
Le potenzialità di questi animali straordinari sono enormi, ed è un peccato non consentire loro di esprimerle. Ragion per cui, dopo il lavoro sulle sue insicurezze ci occuperemo anche di questo, convinti che anche un’attività fisica e mentale sarà utile per aiutarlo ad avere più fiducia e ad essere meno spaventato.
Ci sono giorni in cui si capisce chiaramente che Lucky ha voglia di fare. Non gli basta la passeggiata quotidiana, non gli basta correre libero nei prati (con o senza lunghina).
Così abbiamo scoperto insieme che gli esercizi possono essere un ottimo metodo per consolidare il nostro rapporto e per migliorare.
L’addestramento del border collie (e di Lucky)
Se si prende con sé un border collie bisogna essere pronti a un fatto inequivocabile: la sua voglia di “lavorare” richiede anche addestramento.
A molti la parola non piace, ad altri fa pensare all’uso di metodi coercitivi. Vorrei, qui, azzerare qualsiasi tipo di polemica (le più frequenti sono quelle fra “gentilisti” e “tradizionalisti”) e chiarire che per noi l’addestramento di Lucky è importante essenzialmente per fargli acquisire sicurezza, per farlo stare a proprio agio con noi e nei posto dove ci troviamo, per vivere bene insieme a lui e per far vivere bene lui.
Vista la sua indole e il suo bisogno di fare, per razza e per carattere (non ci dimentichiamo che ogni cane ha il suo carattere e per ogni cane sarà necessario un approccio personalizzato), è stato naturale scegliere di addestrarlo, anche se non avevamo mai pensato di crescere un cucciolo per fare gare di agility o sheep dog. Non è una questione di competizione. È una questione di convivenza piacevole.
Abbiamo cominciato l’addestramento di Lucky per tentativi, con due addestratori (in realtà il cambio è avvenuto meramente per questioni pratiche). All’inizio abbiamo lavorato sulla condotta in strada, al guinzaglio (Lucky da sempre tira molto, “scarta” e scappa se vede qualcosa che lo spaventa – e sono proprio tante le cose che lo spaventano – e fare una passeggiata con lui è difficile).
Il tentativo però non era destinato ad andare a buon fine. Prima di renderlo sicuro in strada e in mezzo a gente, macchine, biciclette, scooter, bambini, anziani, persone, bisognava fare altro.
Così, abbiamo iniziato a lavorare, prima in casa, poi all’aperto e al campo del Mind The Dog. E poi è arrivata la scoperta – nient’altro che una conferma –: più Lucky impara, più è sicuro di sé.
Seduto, terra, fermo (o “resta”), zampa, l’altra zampa, dammi il cinque, rotola, gambero, twist, orsetto, tocca, chiudi, inchino (su quest’ultimo varrà la pena fare un discorso più ampio, perché è nato in maniera del tutto spontanea): questi i comandi che per il momento il nostro border collie conosce e sa mettere in pratica. Con una voglia, una generosità e un piacere quasi commoventi.
Certo, tutto quello che si riesce a fare in casa all’aperto è più difficile: qualsiasi rumore lo distrae e la somma delle sue paure con il suo carattere dominante lo rendono, a volte, molto “cialtrone”.
Na con il tempo si supera anche questo. Con il tempo il tuo border, proprio come il nostro Lucky, imparerà a fidarsi di te e a quel punto sarà un amore fortissimo, difficilissimo da spiegare.
Il mio border salta addosso alle persone
Come dicevo, Lucky ha paura di tutto. Ma quando non ha paura, cioè quando ha preso confidenza con una persona, a quel punto si trasforma in modalità-voglio-darti-affetto-in-tutti-i-modi. Zampe addosso, scodinzolamenti folli, per chi ha conquistato la sua fiducia era diventato impossibile entrare in casa con calma.
Allora abbiamo usato il metodo del rinforzo positivo imparato nelle ore di addestramento. Non abbiamo un kernel (cioè quei trasportini che si usano anche come cuccia) perché in casa sarebbe troppo scomodo tenerlo. Ma Lucky ha, ovviamente, la sua cuccia che – dopo un po’ di diffidenza – adora. Allora tanto per cominciare gli abbiamo insegnato ad andare a cuccia a comando.
Come? Semplice: gli si dice cuccia, indicandogliela, da molto vicino. appena il cane va sulla cuccia, click con il clicker (vedi accessori e strumenti) e premio (un pezzo di wurstel di pollo, di cui è ghiottissimo). Poi si rende la cosa più difficile: cuccia più lontana. Poi non ci si accontenta più di premiarlo se ci va sopra ma solo quando si mette a terra sulla cuccia. E alla fine, il miracolo.
Ottenuto questo, abbiamo cominciato a ripetere l’operazione quando arrivano ospiti, sempre premiandolo ogni volta che riusciva a stare a cuccia invece di accogliere troppo affettuosamente il malcapitato.
Dopo mesi (mesi, letteralmente, non è un eufemismo), siamo riusciti a ottenere un’obbedienza accettabile e i nostri ospiti possono essere accolti senza che Lucky li assalga con le sue attenzioni (non è detto che a tutti piacciano).
Addestramento del border collie: accessori e strumenti
Uno degli accessori fondamentali per l’addestramento è il CLICKER.
Costa davvero poco e va utilizzato con cognizione di causa, meglio seguendo da subito i consigli del vostro addestratore/educatore. In sostanza, il clicker training si basa sul meccanismo del rinforzo positivo. Quando il cane fa qualcosa di giusto o gradito, si clicca il clicker e poi si premia (noi usiamo dei wurstel di pollo, per premiare Lucky: ne va matto). A lungo andare, il nostro amico cane associa il click del clicker con la sensazione positiva del ricevere cibo, e quindi capirà che quando sente il click ha fatto qualcosa di buono, di gradito. Noi abbiamo iniziato dopo averne letto e dopo aver visto alcuni tutorial su internet, in effetti: il meccanismo è abbastanza facile da capire.
Un altro strumento che usiamo, come detto, è la lunghina. Alla fine ci siamo decisi a comprarne una specifica, da 15 metri. Di fatto è un GUINZAGLIO, ne esistono due misure, da 15 o da 25 metri. Per Lucky è fondamentale, perché lo aiuta a sfogarsi dove può correre senza che io o mia moglie se ne perda il controllo.
Border collie, l’addestramento a casa
Come dicevo, l’addestramento a casa del nostro border collie è più facile di quello all’aperto o in contesti a lui meno familiari.
È in casa, infatti, che da quando è con noi Lucky è più tranquillo e sereno, ed è qui che si riesce ad avere pienamente la sua attenzione per insegnargli esercizi e per imparare noi stessi come addestrarlo.
Però non bisogna commettere l’errore di fossilizzarsi e bisogna imparare a lavorarci anche fuori casa, altrimenti si correrà il rischio di non ottenere mai quel che si vuole, fuori casa. E visto che è lì che Lucky mostra maggiormente le sue paure, è chiaro che è all’aperto che dobbiamo intensificare il nostro lavoro.
Ma senza l’addestramento in casa sarebbe impossibile.
È da qui che comincia tutto. Lucky ha imparato a iniziare a rispettarci proprio a partire da casa.
Certo, per impedirgli di fare cose a noi sgradite abbiamo dovuto iniziare a utilizzare alcuni accorgimenti. Per esempio, molto semplice: visto che la notte si metteva sul nostro divano, semplicemente gli abbiamo inibito l’accesso al medesimo, mettendo delle sedie capovolte sul divano stesso. A volte le soluzioni più semplici sono quelle più funzionali. E infatti, da allora, dopo un paio di settimane di questa tecnica, Lucky non sale più sul divano, con o senza di noi in casa.
Lucky può uscire quando vuole in giardino. Ma deve farlo rispettando i nostri tempi e il fatto che il capo-branco non è lui.
Una buona idea è aprire la porta dopo averlo fatto sedere, dirgli “resta”, farlo aspettare, magari uscire a “controllare” e poi farlo uscire. In questo modo, il border impara che non ha bisogno di prendere iniziative perché c’è qualcuno che “pensa” a lui e che gli dà il permesso di uscire. Una piccola tecnica psicologica, che funziona solo con la coerenza estrema. Lo stesso dicasi, per esempio, per le uscite al guinzaglio: è sempre il “padrone” che deve uscire per primo, e il border può essere fatto sedere e attendere per qualche secondo.
Se lo lascerete uscire prima di voi sempre, o da un certo punto in poi, prima o poi prenderà o tornerà a prendere il sopravvento e a dominarvi. È matematico, a noi è successo.
Border collie e il gioco
A Lucky piace giocare. Ma a quale cane non piace? Uno dei suoi giochi preferiti “in solitaria” è il Kong. All’interno di questo oggetto di gomma dura, si possono inserire premi che Lucky ha imparato velocemente a “conquistare”. Non è attivazione mentale, è solo un “passatempo”. Chiaramente, ora ci gioca anche quando non c’è alcun premio all’interno.
Border collie e vita quotidiana
Ad un certo punto della sua convivenza con noi, per la precisione nel mese di ottobre 2013, Lucky si è ferito. Si è tagliato un polpastrello della zampa posteriore sinistra. Affettato proprio. Ce ne siamo accorti solo per caso. Di solito non zoppicava, avevamo notato che si leccava spesso ma lo avevamo imputato a un po’ di stress. A un primo controllo non sembrava aver nulla ma poi ci siamo resi conto della ferita. Portato immediatamente dal veterinario, abbiamo accolto il responso con un po’ di preoccupazione: una parte della ferita era in necrosi. Impossibile intervenire chirurgicamente, perché non c’è pelle da “recuperare”, impossibile dare punti perché la ferita è troppo ampia.
Superata la preoccupazione, abbiamo ascoltato attentamente le indicazioni del veterinario. Primo: antibiotici. Secondo: la medicazione. Abbiamo preparato un pastone di un cicatrizzante che ci ha prescritto il medico con del miele (inizialmente usavamo zucchero di canna), sempre su sua indicazione, perché coadiova l’operato del cicatrizzante. Poi, due-tre volte al giorno, disinfettavamo la ferita, la pulivamo bene, raschiando un po’ e applicavamo il pastone. Dopodiché, fasciatura, per impedire a Lucky di leccarsi via tutto e subito, e anche collare elisabetta. I primi giorni sono stati molto difficili anche solo nella medicazione.
Ma la vera difficoltà era mantenere la ferita rigorosamente asciutta. Provateci voi. Su una zampa. In due mesi che sono poi risultati piovosissimi. Le abbiamo provate tutte: scarpetta apposita sopra la fasciatura (per un po’ ha funzionato, ma poi Lucky ha imparato a togliersela), carta stagnola sopra la fasciatura e dentro la scarpetta, sacchetto di plastica sopra a tutto quanto.
Inizialmente eravamo scoraggiati ma piano piano la ferita si stava rimarginando: la necrosi, al secondo controllo, c’era ancora. Al terzo era sparita. Ovviamente, il perdurare della pioggia complicava le cose ed eravamo costretti, al tempo stesso, a rallentare con le uscite e a diradarle, per evitare che la situazione diventasse irrecuperabile. Cosa che ha stressato molto il cane (e noi tutti!).
Col tempo Lucky si è abituato alle nostre medicazioni e le ha subite con pazienza, come una coccola. Gli abbiamo perdonato molte intemperanze, in quei giorni. Con tanta forza di volontà, siamo arrivati alla fine del percorso (che, nell’ultima settimana, ha gestito mia moglie da sola. Cosa per la quale temo dovrò sdebitarmi indebitandomi per un paio di Louboutin). A dicembre, la ferita si era completamente rimarginata. Per recuperare un po’ lo stress di tutti, lo abbiamo portato qualche giorno in campagna, in vacanza dalla “nonna”, dove ha più spazio a disposizione e può correre e muoversi di più.
Non abbiamo mai scoperto come e dove si fosse fatto quel taglio. Tutto il percorso è costato 130 euro di veterinario (fra controlli vari e antibiotici) e una sessantina di euro fra bendaggi (sì, è vero, puoi riciclarli, se sei abbastanza fortunato che il tuo cane non se li mangi e non li distrugga, ma credete pure che per 2 mesi di questa vita, sei anche disposto a spendere qualche euro in più), garze sterili, scarpette, nastro adesivo apposito, disinfettante e compagnia bella.
Un posto per il border e per le sue cose
Cerchiamo di abituare Lucky ad avere un suo posto per dormire (una brandina, che poi nel tempo ha lasciato il posto a una cuccia-divano), un posto dove riceve sempre cibo e acqua, un posto dove giocare.
È importante, anche viste le sue paure (di cui parlerò più avanti), che abbia una serie di punti di riferimento che poi possano aiutarlo a generalizzare il comportamento anche altrove.
I suoi primi punti di riferimento, però, siamo noi, ovviamente.
Assicurazione per cani, anche per il border collie?
Lucky è un cane in salute e abbiamo deciso di non sottoscrivere un’assicurazione che copra le spese veterinarie (anche perché le franchigie sono spesso molto alte e non ci sembrano convenienti), ma, anche se i border collie non sono una razza pericolosa, abbiamo deciso comunque di sottoscrivere un’assicurazione di responsabilità civile che vale sia per i proprietari sia per chi dovesse avere in custodia il cane. Più che altro si tratta di una tranquillità psicologica. Il massimale è di 200.000 euro.
Abbiamo scelto, fra le varie che si vedono online (anche se il “business” si è disinnescato, perché non è più obbligatoria) l’assicurazione proposta dalla Lega del cane. Quanto costa? 12,5 euro l’anno (il border non è una razza a rischio aggressività) più 20 euro l’anno per la quota associativa alla Lega del Cane, per un totale di 32,5 euro l’anno. Ci è sembrata la soluzione più conveniente.
Libri sui border collie
Parlare con un educatore aiuta molto, perché ti rassicura. Ma avere a disposizione un libro specifico sui border collie che puoi consultare periodicamente al bisogno è un aiuto ulteriore.
Ho comprato da Amazon una delle 4 copie disponibili de Il border collie di Lyuba Musso (dell’allevamento dei Fieschi), che mi hanno consigliato vivamente. Nel frattempo, ne sono arrivate altre 60 almeno.
In attesa di riceverlo, mi sono premunito con un generico Educare o rieducare il cane. Utile per chi non ha mai avuto cani o per chi, come nel mio caso, non si è mai trovato a dover fronteggiare “problemi” comportamentali difficili da risolvere nell’immediato.
L’educazione del cane, insomma, passa attraverso l’educazione del padrone.
[Note su questa storia e di trasparenza: la prima regola per rapportarsi a un border – vale, ovviamente, per qualsiasi animale domestico – è l’amore, naturalmente. Questo lungo diario è molto visitato, e raccoglie interesse da parte di molti proprietari di border collie. Per questo motivo, e per finanziare un po’ almeno le spese di mantenimento del mio sito personale, ho scelto di fare un’affiliazione con Amazon. I prodotti che utilizzo e che ho scelto e di cui parlo perché li uso – rigorosamente, niente marchette – e perché ne sono soddisfatto, hanno un link ad Amazon. Se qualcuno li compra, dopo aver cliccato dal mio sito, a quel qualcuno non cambia nulla, a me viene riconosciuta una piccola percentuale secondo le regole del programma di affiliazione]
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