Fra le tante professionalità richieste che propongono parole nuove nel digitale c’è senz’altro la figura del community manager. Ma siamo proprio sicuri, ancora una volta, che sia una professionalità nuova? E che riguardi solo l’online?
Nel mio percorso lavorativo che prevede un approccio rivolto alle persone. People first, prima le persone potrà anche sembrarti l’ennesimo mantra privo di significato, ma non lo è certo più di altre amenità come digital first o mobile first, anzi! Sono questi ultimi a sembrarmi mantra sempre più inutili. Addirittura sbagliati, forse dannosi. ho iniziato a lavorare molto seriamente sul concetto di comunità. Una vera e propria illuminazione in tal senso mi è arrivata dalla lettura di L’ordine politico delle comunità, la «proposta di riforma della società in un preciso progetto costituzionale» di Adriano Olivetti.
Così, nel corso del mio lavoro e del mio studio (in particolare per il gruppo SESAAB) mi sono imbattuto in un gruppo di lavoro che si chiama Community Canvas. Si occupano da 15 anni di community. Ho studiato il loro materiale, l’ho tradotto in italiano (è rilasciato sotto Creative Commons license Attribution-NonCommercial-ShareAlike 4.0 International (CC BY-NC-SA 4.0), in perfetto approccio comunitario.
Sul tema ho raccontato brevemente che cosa stiamo preparando nel progetto di ricerca e sviluppo del gruppo SESAAB in un pezzo dal titolo «Le comunità come elemento per progettare nuovi flussi di ricavi per l’editoria» e ho preparato anche un pezzo per la verticalità tematica SKILLE, che è anche una comunità e un gruppo di conversazione su Facebook. Il pezzo si intitola Un’azienda ha successo se diventa una comunità.
Che cosa fa il community manager?
In un’intervista del 2014 a corrierecomunicazioni.it, Mafe de Baggis definisce il lavoro del community manager per un’azienda in questo modo:
«Il compito principale è di portare all’interno dell’azienda la voce dei clienti. E [il community manager, ndr] mostra l’azienda all’esterno, per far capire che non è un’entità astratta, ma fatta di persone e progetti: una sorta di “cerniera” tra dipendenti e clienti».
Come vedi si tratta di una definizione che prescinde del tutto dagli strumenti che vengono utilizzati.
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