Non tutto quello che ha scritto Jeff Jarvis sull’Observer mi trova d’accordo. Ma molte cose, quasi tutte, le trovo semplicemente imprescindibili.
Jarvis è uno dei pochi (non autoeletti) guru che mi consento di ritenere tale, è bene precisarlo. Ma è altrettanto bene precisare che, in quest’era fluida, in cui il cambiamento non si limita a essere in atto ma viene anche raccontato mentre accade con una velocità senza pari – e spesso travisato, raccontato male, o a volte anticipato –, è diventato saggio non affidarsi ad alcuna auctoritas. Leggere attentamente e lentamente. Farsi un’idea.
Ora, venendo all’osso del discorso, Jarvis dice:
1) basta homepage, il fulcro è il singolo contenuto
2) usare tutti(*) i social media possibili per far arrivaare i propri contenuti ai lettori
3) il sito è solo un archivio
I punti 1) e 2) li trovo sacrosanti, da anni (del resto, da anni seguo Jarvis). Le homepage sono un retaggio dell’idea monolitica di giornale, fanno scena ma devono richiedere uno sforzo minimo: non ha alcun senso trattare le homepage come la prima pagina di un giornale cartaceo. I social media sono un canale distributivo importante, che va curato per creare identità ma anche per raggiungere lettori (se poi gli istant articles si apriranno anche a singoli publisher, anche quella sarà una strada da seguire: mentre scrivo, sto aspettanto l’esito della mia domanda a Facebook. Il modulo si compila qui). Anche se nella realtà italiana la radicale resistenza al cambiamento imposta e perpertata con una miopia imbarazzante possono essere difficili da praticare. Ma bisogna provare
Il punto 3) invece meriterebbe più riflessione. Forse può valere per un old media, sì, che voglia provare a fare qualcosa di innovativo. Ma per il singolo o i singoli giornalisti – o più in generale persone che intendono avviare un percorso lavorativo che abbia a che fare con la comunicazione sul web – anche il sito continua ad avere la sua importanza, a mio modo di vedere. Non per la homepage, ma perché il sito, per un percorso più piccolo, è un punto di ritrovo per una nicchia di lettori fedeli e per un pubblico mirato.
Quindi, se mi fosse chiesto di consigliare qualcuno in merito (è capitato, ultimamente, complici alcuni corsi), direi: libera il contenuto e fatti il sito.
(*) per carità: tutti quelli funzionali ai propri contenuti!
Lascia un commento