Quando ho visto Selfiesh per la prima volta sono rimasto folgorato. Ed è il motivo per cui ti consiglio vivamente di vederlo.
Lo scrivo così, in maniera limpida e chiara, perché è un progetto che come minimo non ti può rimanere indifferente. O lo ami o lo odi. O ti disgusta e ti disturba o ti piace, o forse ti piace proprio perché ti disgusta e ti disturba.
Selfiesh, se posso permettermi l’azzardo, è un perfetto affresco postmoderno che ti mostra come sei quando il tuo ego prende il sopravvento e diventa social. Quando i tuoi rapporti umani si dissolvono. Quando la rappresentazione si sostituisce alla realtà.
È un romanzo sciame sull’uomo digitale. Non è una webserie, anche se della webserie potrebbe sembrare aver la forma.
Selfiesh se lo sono inventati Emiliano e Luca e si merita tanta visibilità. Non solo quella che gli può dare una piattaforma selfiesh come Facebook.
Guardati il primo episodio. Vale il tempo della tua attenzione.
[Trasparenza: se trovi il mio nome sul sito di Selfiesh – peraltro con l’immeritata dicitura “Selfiesh media manager” –, è solo perché ho dato una mano in partenza sulla comunicazione del progetto medesimo e ho partecipato a qualche sessione di confronto e di scambio di idee, a titolo gratuito. Ma il grosso lo stanno facendo Emiliano e Luca. E ho dato questa mano a titolo gratuito, così come scrivo questo post, perché Selfiesh mi piace esattamente quanto mi disturba. Se ti piace e disturba anche te, sappi che è solo l’inizio].
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