20 aprile 2016 – Oggi ho scopreto che l’algoritmo di Twitter è impostato in modo da riproporre, dopo un po’ (non so dire quanto, al momento), l’ordine algoritmico anziché quello cronologico che pure avevo esplicitamente scelto.
Sono entrato nelle impostazioni e ho trovato spuntata la casella «Mostrami i migliori Tweet per primi».
Allora ho tolto la spunta.
Poi ho cliccato su Salva e, sorpresa!
Già. Per confermare la mia scelta devo reinserire la password.
Come previsto, Twitter – esattamente come accade con l’algoritmo di Facebook – sta rendendo difficili le cose a chi l’algoritmo non lo vuole.
Ciò detto, l’ossessione algoritmica è deleteria per le reti sociali e per i servizi che ne offrono. Lo si vedrà sul lungo periodo.
Algoritmo Twitter, non perderti mai un Tweet importante
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19 marzo 2016 – Ieri mattina il mio Twitter mi ha accolto definitivamente con il suo nuovo algoritmo e con la schermata che vedi qui sopra. «Non perderti mai un Tweet importante», dice la scritta.
E prosegue: «Ora i migliori Tweet delle persone che segui appariranno in cima alla tua cronologia quando apri Twitter».
Bontà sua, c’è anche la possibilità di cliccare su Cambia le mie configurazioni per tornare al flusso cronologico (in altre parole, l’algoritmo è un’opzione – non incentivata e progressivamente nascosta).
Come tornare ai Tweet in ordine cronologico
Se non clicchi subito su “cambia le mie configurazioni”, ovvero se non ne approfitti immediatamente per disattivare la funzionalità che Twitter sta cercando di far passare (sulla scia di Facebook e seguito da Instagram), all’ingresso successivo te lo ritrovi già lì, l’algoritmo, in funzione a mostrarti quelli che, secondo lui, sono i Tweet più importanti per te.
Ora, supponendo che tu voglia ritornare alla visualizzazione cronologica dei Tweet, sappi che, sì, come annunciato, è un’opzione che si può selezionare (ma che, sono pronto a scommettere, verrà scoraggiata nel tempo).
Tant’è, adesso si può. Per farlo devi entrare nelle impostazioni.
Poi devi togliere e togliere la spunta a “Mostrami i migliori Tweet per primi”.
Una volta tolta la spunta clicchi su “Salva modifiche” e il gioco è fatto: il feed di Twitter torna ad essere quel che era.
Come “impara” da te l’algoritmo di Twitter?
Quando ti ricolleghi a Twitter, l’algoritmo ti mostra i Tweet “più importanti per te” se non hai esercitato l’opzione. Se no, se hai scelto di vedere comunque i Tweet in ordine cronologico, ti mostra comunque i Tweet scelti algoritmicamente “mentre non c’eri”, e poi comincia a partire con quelli cronologici da quando ti ricolleghi. Cioè, in altre parole, quello che “ti sei perso” non lo rivedrai comunque in ordine cronologico. Fatta questa precisazione, il primo Tweet che Twitter ti mostra presenta a fianco una X. Se ci clicchi, puoi rimuoverlo.
Se clicchi su “Mostra meno Tweet come questo” (qualunque cosa voglia dire “come questo”) allora Twitter ti dice che “Vedrai meno Tweet come questo”.
Algoritmo di Twitter: un’opzione?
Arriva l’algoritmo di Twitter? Pare proprio di sì.
Per il momento sarebbe solo un’opzione.
DSico per il momento, perché chiunque abbia un po’ di esperienza sull’evoluzione del NewsFeed di Facebook sa molto bene cosa significhi un’opzione, in questi casi.
Anche vedere gli aggiornamenti su Facebook in ordine cronologico è un’opzione, per capirci.
Ma è un’opzione che Facebook ha reso sempre più difficile e progressivamente nascosto: ora è relegata sulla barra di sinistra e che ad ogni nuova sessione il social ti ripropone il suo feed algoritmico. Sarei molto curioso di sapere quanti utenti si ostinano ancora a selezionarla. Perché accade? Da Facebook dicono che è per migliorare la tua esperienza utente. In realtà in questo modo Facebook monetizza meglio (perché contestualmente l’algoritmo riduce anche la portata delle pagine che hanno scopi commerciali, fosse anche solo come vettori di traffico verso siti terzi), inutile girarci troppo intorno.
Insomma: se l’algoritmo di Twitter sarà un’opzione, diventerà un’opzione da scegliere volontariamente ogni volta. E quindi non sarà un’opzione. Inutile fare altre speculazioni.
Piuttosto, bisogna chiedersi cosa faranno gli utenti. Perché Twitter è un post virtuale che può anche essere utile così com’è. Ma cambiarlo potrebbe renderlo meno utile. Se poi diventa uguale a Facebook, a che serve?
Twitter, caratteri e traffico verso siti terzi
Twitter verso il superamento dei 140 caratteri. È la seconda vola che se ne parla, e questa volta ci sarebbe addirittura un limite esplicitato: 10.000 caratteri.
A parte che sarà da vedere quest’ultimo punto (se son 10mila, potrebbero essere anche 20 o 30 o 40mila, no?) e come verrà implementata questa modifica, ancora una volta su Slate, Will Oremus centra perfettamente il cuore della questione.
Twitter sta tentando di trattenere al proprio interno il traffico, ospitando contenuti più lunghi di quanto prevedesse il format originale.
— Jack (@jack) 5 Gennaio 2016
In realtà, dice il CEO Jack Dorsey, è già possibile scrivere testi lunghi su Twitter. Come? Per esempio con un Tweet-screenshot, come il suo.
Allora, il punto qual è?
Il punto è che da un lato Twitter ha bisogno di crescere (e secondo Rand Fishkin troverà il modo). Dall’altro ha bisogno di smettere di mandare fuori da sé il traffico e di cominciare a comportarsi come Facebook.
Trattenere gli utenti sulle proprie pagine, far crescere il tempo di permanenza, rispondere agli Instant Articles di Facebook. Ma
Twitter non deve guadagnar terreno solo nei confronti di Facebook, ma anche respingere altre realtà come Snapchat. Quindi, la mossa – se sarà confermata – è più che sensata. Quasi doverosa, per una “grande piattaforma” oggi.
Sul Corriere, Severgnini si “preoccupa” della possibile perdita di identità di Twitter. Ma mi pare un falso problema.
Già che ci siamo: assisteremo anche a una selezione algoritmica nel feed dei Tweet più selettiva di quella che vediamo con il mentre non c’eri?
E i produttori di contenuti si rassegneranno anche a questo? O cominceranno a coltivarsi i propri utenti in altri modi, sfruttando i volani di motori di ricerca e social al meglio ma occupandosi anche di migliorare le esperienze utente sui propri siti?
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