Il 17 aprile 2016 è stata una brutta giornata per il giornalismo e per la politica. L’ennesima brutta giornata di una sequenza infinita, in una spirale autodistruttiva che sembra non avere fine.
È una brutta giornata per il bullismo ideologico del #ciaone e di quelli che perculano un referendum. E anche per Scalfari che dice che il referendum riguarda solo quelli che abitano nelle regioni che hanno uno sbocco sul mare (e manco tutte).
È una brutta giornata perché un pezzo – nella migliore delle ipotesi – acchiappaclick è stato chiamato “giornalismo 2.0”.
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