Una delle osservazioni che mi colpisce di più quando rileggo i commenti che ricevo come valutazione ai miei corsi di formazione è: «Mi aspettavo cose più pratiche». Di solito mi occupo di SEO, di social, di analitica digitale, per arrivare a costruire un metodo. Che è una cosa molto pratica.
Strettamente legata a questa richiesta di «cose più pratiche» c’è, subito dopo, la richiesta di aver consigliati i tool, gli strumenti da utilizzare. Che poi sarebbero i software.
È vero: tendo a suggerire pochi tool. E non imposto i corsi con informazioni che potresti trovare su un qualsiasi manuale di istruzioni (per esempio la guida SEO di Google).
Il punto è che questa illusione di una conoscenza attraverso gli strumenti è deleteria. Prima si conoscono le teorie, si definiscono gli obiettivi, si creano le strategie, si imposta un metodo. Poi si imparano gli strumenti. In funzione di tutto quanto viene prima, però.
Soprattutto, tanto il computer non lavora al posto tuo.
Yoast, che è un ottimo plugin per WordPress, non è uno strumento necessario per capire la SEO, per esempio. Anzi. Con i suoi semafori di valutazione rischia di generare tutta una serie di equivoci del tipo: «Ehi, ma io ho tutti i semafori verdi, come mai non sono primo su Google?» (è una storia vera). Eppure io lo uso.
Lo spiego esattamente in questi termini, ai miei corsi. E uno dei partecipanti mi ha praticamente “commissionato” questo pezzo per scardinare alcuni pregiudizi sul tema. Detto, fatto, eccolo qui.
Che cos’è Yoast?
Indice dei contenuti
È un plugin per WordPress. Uno dei migliori in circolazione, anche nella sua versione gratuita.
Perché uso Yoast
Lo uso perché mi dà l’anteprima dello snippet. Cioè di ciò che dovrebbe mostrare, in teoria, Google a una persona che dovesse fare una ricerca e imbattersi in uno dei miei contenuti.
Uso Yoast perché mi consente di impostare rapidamente quel che apparirà in una condivisione su Facebook.
In questo caso accadrà veramente, Facebook non farà modifiche arbitrarie come fa ogni tanto Google.
Lo uso perché mi consente di stabilire cosa mettere in “Noindex” per non far indicizzare determinate pagine da Google.
Lo uso perché ha un indicatore visuale molto pratico per lunghezza del titolo html e della meta description.
Lo uso perché consente di gestire i breadcrumb, i permalink, lo uso per il mio sito personale per la sitemap, non avendo esigenze particolari. Lo uso per altre questioni tecniche.
A cosa non serve assolutamente Yoast?
Yoast non serve a farti imparare la SEO.
Yoast non serve a posizionarti su Google per le parole chiave che desideri.
E allora che cos’è la focus keyword?
È la parola chiave che inserisci dentro Yoast per chiedergli se, secondo la sua valutazione, hai fatto tutto quel che era in tuo potere sulla pagina per posizionarti su Google. Questo non significa che la sua valutazione contenga elementi sufficienti a posizionarti. E non è nemmeno detto che siano necessari. Il giorno in cui, per esempio, si decideranno a togliere il commento sulla keyword density (o ricorrenza) sarà sempre troppo tardi.
Inserire una focus keyword non equivale ad alcuna azione di miglioramento: Yoast fa semplicemente la sua analisi.
Ma allora Yoast mi serve?
Ti serve, sì. Ma non per il semaforo!
Usalo con qualcuno che sappia a cosa ti serve. E leggi il manuale!
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